PIOGGIA DI RICORDI. (Omohide Poro Poro - 1991)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Isao Takahata
Sceneggiatura di: Isao Takahata
Basato sul manga di: Hotaru Okamoto, Yuko Tone
Prodotto da: Toshio Suzuki, Yasuyoshi Tokuma
Produzione: Hakuhodo Inc., Nippon Television Network, Tokuma Shoten
Animazioni: Studio Ghibli
Edizione Italiana: Lucky Red
USCITA ITALIANA: 2 DICEMBRE 2015
L'omonimo manga scritto da Hotaru Okamoto e illustrato da Yuuko Tone diventa un anime portato sullo schermo dal Maestro Isao Takahata e dal suo Studio Ghibli, con un viaggio tra passato e presente di una ragazza.
Protagonista della storia è Taeko, una ragazza di 27 anni che vive da sola in un appartamento di Tokyo e lavora come impiegata in un'azienda. A differenza dei suoi colleghi da qualche anno decide di passare il periodo di vacanze fuori dalla caotica città per tuffarsi nel verde delle periferie in cui si vive principalmente di agricoltura e il tempo è scandito dal lavoro sui campi. Appassionata di questi luoghi è infatti felice di dare una mano in questi lavori per staccare dalla sua quotidianità. Durante il viaggio in treno ripensa però alla sua infanzia, ai rapporti con i suoi genitori e quello con le sue sorelle maggiori, con i suoi compagni di classe, dei suoi comportamenti infantili. Ricordi di azioni che l'hanno resa, in bene e in peggio, quello che è diventata oggi.
Il film propone una tematica pochissimo esplorata da altre produzioni nel secolo scorso, con protagonisti più adulti e i propri problemi di vita quotidiana, con il lavoro in una metropoli di una ragazza tra indipendenza e nessuna fretta di mettere su famiglia. Tematiche indirizzate ad un pubblico adulto, e femminile in particolare, che ha definitivamente fatto uscire dalla nicchia legata ai giovani spettatori le produzioni animate, riscuotendo subito un successo sia in patria che fuori. Takahata prende tutta la produzione in mano adattando e dirigendo quest'opera senza aver paura di sfiorare le due ore di durata, lunghezza inusuale per l'industria, facendo abilmente slalom tra il presente e il passato della protagonista.
Questi due periodi storici non sono però trattati nell'opera originale, che si concentra solo sull'infanzia della protagonista. E' lo stesso Takahata ha concepire l'idea di alternare presente e passato, utilizzando anche due differenti scelte stilistiche nella loro rappresentazione. Le immagini che si riferiscono al passato infatti sembrano quasi abbozzate, con tratti più semplici, a pastello, e tavole spesso incomplete e prive di colorazione sui margini, rispettando così le scelte dell'illustratore originale. Per rappresentare il presente invece si passa ad uno stile più completo, dettagliato e quanto più simile alla realtà. Gli sfondi diventano protagonisti importanti nella seconda parte della storia, e la regia assume scelte più cinematografiche e movimenti più complessi rispetto alla quasi staticità delle scene del passato.
Con una costante sensazione di nostalgia, lo spettatore viene portato per mano dentro i ricordi d'infanzia della protagonista ma anche dentro una compagine familiare molto tradizionalista, con tanto di padre-capo famiglia che in casa veste solo con il kimono. Nella rappresentazione della vita nei campi si aggiungono poi pochi altri sentimenti, mostrando principalmente tutta la passione per questi luoghi della protagonista, le sue scelte del passato e la sua apparente fuga dalle responsabilità della vita adulta. Un percorso che la porta in un luogo in cui sentirsi sicura, lontano dalla sua stessa famiglia, alla ricerca della consapevolezza e della riscoperta del propio io. Un invito implicito che viene posto allo stesso spettatore.
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(Omohide Poro Poro - 1991)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Isao Takahata
Sceneggiatura di:
Isao Takahata
Basato sul manga di:
Hotaru Okamoto,
Yuko Tone
Prodotto da:
Toshio Suzuki, Yasuyoshi Tokuma
Produzione:
Hakuhodo Inc., Nippon Television Network, Tokuma Shoten
Animazioni:
Studio Ghibli
Edizione Italiana:
Lucky Red
USCITA ITALIANA: 2 DICEMBRE 2015
L'omonimo manga scritto da Hotaru Okamoto e illustrato da Yuuko Tone diventa un anime portato sullo schermo dal Maestro Isao Takahata e dal suo Studio Ghibli, con un viaggio tra passato e presente di una ragazza.
Protagonista della storia è Taeko, una ragazza di 27 anni che vive da sola in un appartamento di Tokyo e lavora come impiegata in un'azienda. A differenza dei suoi colleghi da qualche anno decide di passare il periodo di vacanze fuori dalla caotica città per tuffarsi nel verde delle periferie in cui si vive principalmente di agricoltura e il tempo è scandito dal lavoro sui campi. Appassionata di questi luoghi è infatti felice di dare una mano in questi lavori per staccare dalla sua quotidianità. Durante il viaggio in treno ripensa però alla sua infanzia, ai rapporti con i suoi genitori e quello con le sue sorelle maggiori, con i suoi compagni di classe, dei suoi comportamenti infantili. Ricordi di azioni che l'hanno resa, in bene e in peggio, quello che è diventata oggi.
Il film propone una tematica pochissimo esplorata da altre produzioni nel secolo scorso, con protagonisti più adulti e i propri problemi di vita quotidiana, con il lavoro in una metropoli di una ragazza tra indipendenza e nessuna fretta di mettere su famiglia. Tematiche indirizzate ad un pubblico adulto, e femminile in particolare, che ha definitivamente fatto uscire dalla nicchia legata ai giovani spettatori le produzioni animate, riscuotendo subito un successo sia in patria che fuori. Takahata prende tutta la produzione in mano adattando e dirigendo quest'opera senza aver paura di sfiorare le due ore di durata, lunghezza inusuale per l'industria, facendo abilmente slalom tra il presente e il passato della protagonista.
Questi due periodi storici non sono però trattati nell'opera originale, che si concentra solo sull'infanzia della protagonista. E' lo stesso Takahata ha concepire l'idea di alternare presente e passato, utilizzando anche due differenti scelte stilistiche nella loro rappresentazione. Le immagini che si riferiscono al passato infatti sembrano quasi abbozzate, con tratti più semplici, a pastello, e tavole spesso incomplete e prive di colorazione sui margini, rispettando così le scelte dell'illustratore originale. Per rappresentare il presente invece si passa ad uno stile più completo, dettagliato e quanto più simile alla realtà. Gli sfondi diventano protagonisti importanti nella seconda parte della storia, e la regia assume scelte più cinematografiche e movimenti più complessi rispetto alla quasi staticità delle scene del passato.
Con una costante sensazione di nostalgia, lo spettatore viene portato per mano dentro i ricordi d'infanzia della protagonista ma anche dentro una compagine familiare molto tradizionalista, con tanto di padre-capo famiglia che in casa veste solo con il kimono. Nella rappresentazione della vita nei campi si aggiungono poi pochi altri sentimenti, mostrando principalmente tutta la passione per questi luoghi della protagonista, le sue scelte del passato e la sua apparente fuga dalle responsabilità della vita adulta. Un percorso che la porta in un luogo in cui sentirsi sicura, lontano dalla sua stessa famiglia, alla ricerca della consapevolezza e della riscoperta del propio io. Un invito implicito che viene posto allo stesso spettatore.